venerdì 10 aprile 2009

BUONA PASQUA


La Pasqua si avvicina...

e con lei anche il magico momento in cui i vostri bambini "armeggeranno" con l'uovo di cioccolato...Probabilmente tra qualche giorno ne troverete traccia ovunque e non saprete come ciò sia stato possibile, ma nonostante le preoccupazioni da mamma-casalinga vorrei suggerirvi di lasciare che i vostri bambini rompano l'uovo con un bel pugno, sonoro e deciso..A parte l'aspetto della golosità,è proprio tutto li il divertimento... spesso le sorprese sono cosi' deludenti...Al bando le rotture dell'uovo con precisione chirurgica(c'è chi lo taglia con il coltello...)

Per chi fosse preoccupato dall 'idea che da quel momento in poi il nostro bambino possa diventare un pugile...bhe..insomma...il passaggio non è cosi' immediato...

Fate in modo che la rottura dell'uovo sia un momento speciale, in cui il vs bambino possa fare esattamente il contrario di quello che gli diciamo di fare tutti i giorni"non sporcarti, attento, tira sù le maniche, non con le mani..)solo quella volta li', con il vostro consenso...

Ai bambini piace trasgredire le regole...(ve ne siete accorti) ma un conto è farlo contro i genitori, un conto è farlo con i genitori...L'esempio dell'uovo di Pasqua ci permette di riflettere sul fatto che è bello talvolta essere complici dei nostri bambini nelle loro marachelle...Agli occhi del bambino sembreremo più veri...


buona Pasqua a tutti!



venerdì 3 aprile 2009


Bentrovate a tutte,

prima di tutto vorrei ringraziarvi per il fatto di aver aderito a questo progetto di condivisione di dubbi e speriamo..speranze…
Allora, parliamo di “stanchezza”delle mamme.
Stanchezza derivante da un carico di lavoro che aumenta con la nascita dei figli. Sappiate che le mamme(e le donne in generale) sono accomunate da una capacità che in termini tecnici si definisce “multitasking”, ovvero la capacità a fare più cose contemporaneamente: stirare e girare il sugo mentre si pensa alla riunione di domani al lavoro e con un’altra mano si veste il bambino per portarlo in piscina… Per affrontare questa stanchezza suggerirei a tutte di imparare a delegare…Imparare a distribuire i carichi di lavoro con il partner ad esempio potrebbe aiutare, e rappresenterebbe anche un modo per “stare insieme” in quel progetto di vita a cui abbiamo aderito..Chi se ne importa se il pavimento non è lindo “come quando lo pulisco io”…Bastano piccole cose, semplici, ma che aiutano tanto.Magari chiediamo al partner di che cosa si potrebbe occupare…Potremmo scoprire cose che nemmeno immaginavamo…

Altro aspetto che emerge è la gelosia dei vostri figli ,nipoti; questa gelosia è assolutamente normale e fisiologica, nel senso che i nuovi arrivati rappresentano agli occhi del bambino più grande un vero e proprio pericolo. Pensate a quanta fatica facciamo noi adulti ad adattarci a nuove situazioni, banalmente all’arrivo di una nuova collega in ufficio, alla nuova fidanzata di un nostro amico…Perché i nostri figli dovrebbero reagire diversamente?
Il cambiamento rappresenta un momento in cui il bambino si sente di dover affermare la propria presenza per non correre il rischio di perdere la propria priorità. Priorità in termini di amore che sente di ricevere da noi. Paradossalmente il bambino più grande vuole sentirsi “diverso”dal neo arrivato ma “uguale” a lui perché LUI(il pericoloso neo fratellino)accentra su di sé tutte quelle attenzioni che prima erano destinate a lui soltanto.
Non c’è una ricetta uguale per tutti e nemmeno gli psicologi hanno la bacchetta magica ma un buon modo di agire in questi casi consiste nel coinvolgere quanto più possibile il figlio più grande nella cura del figlio più piccolo; ad esempio chiediamogli di aiutarci a cambiare il pannolino, di stendere il borotalco sul culetto, di scegliere i biscotti al supermercato etc…Questo permette al bambino più grande di assumersi responsabilità verso il bambino più piccolo,di sentirsi più grande e sentire che noi abbiamo bisogno di lui.
I bambini sentono più con la pancia che con le orecchie, quindi ogni tanto facciamogli sentire che lui è “ancora il Primo”.Chiediamo al partner di occuparsi del cambio pannolino del bebè e intanto giochiamo con il primogenito, prendiamolo in braccio e strapazziamolo di coccole.
Altra questione il momento delicato dell’ottavo mese. Prima di tutto vorrei sfatare un mito, ovvero che ci sono momenti nello sviluppo del bambino più importanti di altri.
Tutto è importante, da quando sappiamo di aspettare un bambino in poi…Quindi potete anche permettervi di non essere”mamme perfette, da manuale” allo scoccare della fase critica.
Questo non significa che non bisogna portare la vostra attenzione a certi aspetti, ma una cosa è essere attente e un’altra è affrontare una nuova situazione con “ansia da prestazione” perchè “se mio figlio non funziona bene in quella fase li’ allora io sono una cattiva madre”
Per quanto riguarda la questione dell’ottavo mese, questa fase è quella in cui si attiva" l’angoscia dell’estraneo" che testimonia il fatto che il bambino riconosce la madre e la differenzia da tutte le altre persone, al punto che è angosciato in presenza di una persona non familiare. Questo fenomeno si accentua quando si verifica l’allontanamento momentaneo della madre.
Intorno agli otto mesi il bambino realmente riconosce la madre e la elegge figura di riferimento, tanto da sentirsi angosciato in presenza di persone che non conosce. Ma sappiamo anche che allo stesso bambino basterà guardare il volto della madre e decidere in base alla sua espressione se preoccuparsi o meno di ciò che sta avvenendo. E’ normale che in età pre-linguistica il bambino utilizzi il canale non verbale per ottenere informazioni rilevanti in base alle quali regolare il proprio stato emotivo.
Quindi, occorrerebbe conoscere meglio ogni situazione specifica per affrontarla in maniera adeguata, tuttavia i bambini cosi' piccoli ”prendono le misure” sui genitori, sperimentano quali sono le conseguenza delle loro azioni(se piango qualcuno arriva , qualcuno mi prende in braccio…)Per quanto riguarda il ritorno delle poppate notturne è meglio comunque sempre consultare il pediatra per avere maggiori rassicurazioni.
Se sullo sfondo c’è poi l’approssimarsi di un inserimento al Nido...questo rappresenta molto spesso più un problema per la mamma che per il bebè…Ripeto, il bambino fa il bambino, il genitore dovrebbe fare il genitore…e non è cosa semplice…


spero di esservi stata di aiuto..o perlomeno di sollievo per qualche istante.

ATTIVITA'



CRESCERE UN FIGLIO. GRUPPI PER GENITORI DALL'ATTESA AI 5 ANNI


Che cosa è
Un gruppo per riflettere e confrontarsi sul ruolo di genitori in termini di identità e di conoscenze.
Si parlerà delle tappe cruciali dello sviluppo infantile (alimentazione, nanna, ciuccio, pannolino, socializzazione, gioco, nido e scuola materna, baby-sitter, regole, capricci.....) e delle relazioni familiari (rapporto di coppia, gelosie tra fratelli, rapporti tra le generazioni....).
Si affronteranno aspetti fondanti del legame tra genitori e figli, come la comunicazione, la mediazione dei conflitti, la risposta alle reazioni emotive del bambino.
I partecipanti saranno sensibilizzati a prendere coscienza del potenziale delle proprie risorse per attivarle e valorizzarle.

Chi può farlo
I futuri genitori in attesa e i genitori con figli fino ai 5 anni di età

A cosa serve
- vivere al meglio le tappe evolutive familiari
- consolidare i legami tra genitori e figli
- prevenire i conflitti familiari e il disagio infantile
- mantenersi costantemente informati
- confrontarsi e promuovere relazioni con altre famiglie

Quando, Come e Dove
Otto incontri di un'ora e mezza ciascuno, il giovedì ogni quindici giorni dalle 18.00 alle 19.30
Gruppi di massimo 12 partecipanti
A Torino, in Via Parini n. 5, presso la sede del Baby Parking GIOCOTANTO della Cooperativa Stranaidea

Contatti
tel: 338/7048921
mail: associazioneinoltre@libero.it